Scelta del carattere tipografico nella comunicazione visiva

Web Marketing

Scelta del carattere tipografico nella comunicazione visiva

by Barbara
Ottobre 2020

A ognuno il suo: scelta del carattere tipografico per ogni strumento di comunicazione.

A tutti sarà almeno capitato una volta di non sapere quale carattere tipografico usare per il proprio progetto di grafica e di design.

Se navighiamo all’interno del pannello carattere di un qualsiasi programma di grafica ci rendiamo conto che ce ne sono talmente tanti che individuare quello giusto per il proprio messaggio pubblicitario e ancor di più per il nostro target ci sembra un’impresa complessa e così ci lasciamo “trascinare” da quelli più famosi e più utilizzati rischiando talvolta di cadere nella banalità e nel già visto.

Non fraintendiamoci, non sono assolutamente da ignorare anzi ci mancherebbe, quelli che chiamiamo di default hanno fatto la storia. 

La scelta del font giusto

Torniamo alla scelta del font giusto, quello in grado di far scattare l’attenzione nel nostro fruitore, così non soddisfatti ci addentriamo nei siti dove è possibile scaricare font gratuiti (o a pagamento) ma anche lì capire la categoria e individuare quello giusto risulta un’impresa titanica.
Non tutti hanno il maiuscolo e il minuscolo, i numeri o i glifi per cui la scelta richiede tempo e ricerca. Niente panico!

Il font ha una sua anima, parla e vive di natura propria, ha una lingua, un suo modo di comunicare ed è uno degli elementi visivi che possono far decollare o precipitare uno strumento sia esso un sito web o un adv pubblicitario. Insieme al visual principale indirizzano la comunicazione dove vogliamo noi e portano il lettore ad interpretare in maniera corretta l’intero messaggio pubblicitario. 

In primis teniamo presente due concetti fondamentali: la leggibilità del carattere e l’altra la leggibilità del testo due aspetti che riguardano come l’utente è in grado di approcciarsi al contenuto.
Nel caso della leggibilità l’utente ne percepisce il significato e come per il colore, lo associa a livello inconscio ad una determinata emozione/sensazione.
Il mondo in cui scriviamo non riguarda solo la scrittura creativa ma anche l’aspetto estetico con cui questo viene comunicato.
La readability riguarda la leggibilità del testo e su questo aspetto diversi type designer ne studiano il media finale.
Un aiuto ci viene dato ogni anno dai designer di Typographica che pubblicano una lista di caratteri da utilizzare sui diversi media. 

Partiamo dal presupposto che il carattere tipografico ha una doppia valenza: iconica e verbale.

  • Quella iconica fa riferimento alla parte estetica della forma
  • Quella verbale diviene lo strumento tecnico per esprimere il senso della comunicazione. 

Chiarezza e leggibilità o armonia ed estetica?

Questo è il problema. Il giusto compromesso è quando siamo in grado di far interpretare correttamente il messaggio che le parole intendono trasmettere.

Il primo passo per scegliere quello giusto è sapere quale tipo di reazione che vuoi suscitare nel lettore o nel cliente che interagirà con il tuo testo. Questo deve essere il tuo obiettivo e deve guidare l’intero processo.

Partiamo da alcuni consigli pratici.

#1 Scegliere carattere con le grazie e senza grazie.

Scegliere un carattere con le grazie e uno senza grazie. Partiamo suddividendo la scelta del font per i titoli e font per il testo/paragrafo. Il primo necessita di un carattere senza le grazie perché sono d’impatto e facilitano la lettura in maniera immediata, per testi lunghi è consigliato utilizzare fonts con le grazie perché facilitano la lettura. Non è una regola standard anche perché tutto dipende da cosa vogliamo comunicare e in che modo. 

#2 Gerarchia visiva

Gerarchia visiva. Scarica 4 o 5 caratteri che ritieni possano andar bene per il tuo strumento di comunicazione e inizia a creare una gerarchia fino ad individuarne un massimo di 2 e su quello inizia a fare delle prove.

#3 Lavorare con le famiglie dei font

Con le famiglie dei font vai su sicuro. Cosa intendo? Bold, Light, Regular. Usa un Bold per il titolo e un light per il sottotitolo per esempio. Dimensione differente e famiglie attirano l’attenzione. Fai attenzione però che non tutti i caratteri hanno l’intera famiglia.

#4 Lavorare con la formattazione

Lavorare con la formattazione è fondamentale e non intendo solo la scelta del carattere e della sua dimensione ma anche l’avvicinamento delle lettere, l’interlinea, la crenatura, il paragrafo. Anche qui ti suggerisco di fare delle prove.

#5 Prendi ispirazione

Tutti i designer prendono ispirazione, dall’arte, dal cinema, dalla moda o dai grandi designer. Un libro che vi suggerisco è Anatomia della grafica della casa editrice Logos. 

#6 Fai delle prove

Importantissimo è fare delle prove diverse, cosa intendo? Fare delle bozze dove il visual principale è lo stesso ma cambiano la scelta dei caratteri. Fai un massimo di tre bozze per confrontarle per migliorarle e per esaltarne la funzionalità.

#7 Rompi le regole

Evitiamo ciò che potrebbe sembrare scontato e banale e privo di originalità.

Ogni strumento di comunicazione necessità di una scelta accurata riguardante il carattere tipografico, sia che rimanga in digitale o vada ad incontrarsi con la carta stampata la scelta è fondamentale per comunicare al meglio il messaggio che si vuole trasmettere. 

Conclusioni

Per concludere, vi suggerisco di approfondire le vostre skills con lo studio dei caratteri tipografici, uno studio dei fonts nella grafica è fondamentare per essere una grafico professionista e comprendere quali scegliere per comunicare in maniera efficace e semplice. Il concetto fondamentale è che possiamo suscitare un emozione, creare una relazione anche con la scelta del carattere tipografico. Lavorate con i font come qualcosa di vostro, abbiatene cura e vedrete che quel progetto funzionerà!

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Barbara
Nata a Torino nel 1978, Laureata al Dams di Torino consegue successivamente la specializzazione in Media Education alla Cattolica di Milano. La sua esperienza decennale formativa nel campo della comunicazione visiva (grafica, video e web) in centri di Formazione piemontese e presso il C...